venerdì 3 marzo 2023

L'Unicorno

 Non dico di conoscerti

perchè è difficile

che io ti conosca

non so affatto

nulla di te,

non conosco, lo dico

il numero dei tuoi capelli

(seicentosessantamilioniottocentotrentadue

almeno fino alla notte in cui contandoli

mi addormentai)


Non conosco affatto

se hai degli occhi

nè se abbiano 

il colore

di chi guarda

curiosamente

ogni evento alle mie spalle


No, non conosco nulla di te

neanche se esisti

veramente

e infatti non possono esistere

le tue orecchie

sottili

piccole, forse morbide, da cui fai

pendere altri due occhi:

riflettono o forse

assorbono inesistenze.


Non so nulla delle cose che ami, che odi

mangiare

perchè mangia solo chi esiste

e tu, non conoscendoti io,

non esisti,

non ti nutri,

non fai sparire dalla tavola

- e infatti sono ancora lì nel piatto 

primi cremosi

carni succulente

dolci e cioccolata.


No, tutto questo

io non posso saperlo

perchè non ti conosco

Come non conosco

la musica che ascolti

perchè

le passioni 

di chi come te, non esiste,

sono al limite dell'esperienza

curiosa, di chi non esiste.


No, ribadiamo il concetto, se

fosse ancora poco chiaro

- tranne a me, sia messo agli atti -

che io

non ti conosco

altrimenti avrei già preso

la tua mano e saprei contare

le dita lunghe e sottili

-10 in tutto, credo- 

armonizzate da sangue di piccione


Ma la mia di mano,

invece,

vuota / si stringe per via

della strana consuetudine

oramai a tutti nota

di non conoscere

la persona

inesistente

di cui io non conosco 

neppure il nome,

o quelle 4

lettere sarebbero incise 

nella mia coscienza:

la prima, sinuosa a sussurrarmi

nei timpani la sua inesistenza

la terza, a ribadire il concetto di

bellezza bilanciata /

le altre due a evocare consonanze 

omofone, per lasciare

la bocca spalancata

come se

all'improvviso, la persona

- che assolutamente

NON ESISTE

esistesse.


E invece niente


l'inesistenza della persona

che non conosco

spunta lieta bussando

alle radici della mia memoria


come una risata fragorosa

e nella paura

del suo essere fuori luogo, 

apre l'abisso,

sgusciante via dall'oblio

per evocare

la realtà

della persona

mai esistitta

che / non esistendo

ha avuto il coraggio

   di esistere

    qui

        ed

            ora

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