giovedì 31 luglio 2008

Quello sguardo

Quello sguardo / quello / sembra la manina uscita a sorpresa dalle patatine / si avvinghia tralasciando la pulizia del momento e si avvolge appiccicosa / con una scia di lumaca senza casa / triviale invenzione di plastica artificiale e sogni / s'attacca morbosa e poi scivola lentamente viscosa come una visione troppo distratta / quello sguardo / sorpreso fra le sfoglie salate di una giornata qualunque / quello sguardo tirato contro il muro della mia indifferenza / spalmatosi fra le viscere come un ricordo di spiagge brillanti a novembre / in cui l'unico compagno indifferente è il vomito della risacca / plastica corrotta e sporchi avanzi di spugna putrefatta / a ricordo perpetuo della violenza dell'uomo su / quello sguardo / un mare stressato in cerca dell'inverno.

venerdì 25 luglio 2008

L'amore e il Cellophane

L'amore è quella pellicola di cellophane che con dovizia / racchiude ermeticamente i sapori / quel foglio troppo piccolo di sottile plastica destinato agli avanzi della vita / come una coperta tessuta da un ego in cerca di calore / troppo larga per l'Uno e così stretta per un duplice abbraccio / tirata dalle due estremità del piatto pronta a lacerarsi o a lasciare / quegli spiragli da cui presto gli odori si spargono /
gli afrori di una convivenza mai necessaria

mercoledì 23 luglio 2008

La luna e il trasformatore

L'ennesimo trasformatore appeso a un cavo / il surriscaldarsi di un corpo estraneo mentre la luna piena / il faro di un motociclista invisibile a precipizio sulla mia insistente immaginazione /non cessa di abbagliarmi / e mentre la fisso cambia stato anche quel mare della tranquillità / che volge lo sguardo altrove sperando in una nuova invasione / prima vagando sola fra le stelle e ora accompagnata anche da strisce /strisce di menzogna quanto ti hanno costretto / a collegarti fisicamente al tuo satellite azzurro e grigio di morte /trasformata da inerte astro a energia in cancrena / vittima di poeti e cantori / succube del tempo che scorre e della fecondità che in te ritrova vigore / doni energia inconsapevole a quanti imparano a volare sol per schiantarsi nel pallore / oramai stanco e senza vita / un giorno salterà il voltaggio e lascerai il tutto in standby

Le luci della centrale elettrica: hai scritto sulla sabbia che mi pensi raramente

Le luci della centrale elettrica: hai scritto sulla sabbia che mi pensi raramente

lunedì 21 luglio 2008

Amore postatomico

Ho benedetto / con le lacrime la nuova coppia /diagnosticandone lunga vita se/ con la morte avessero bagnato / i coltelli della consuetudine /
D'incanto l'enorme melone transgenico/ aveva più sapore /
il sapore di nuove attese e dei consueti riti / di buie strade e falsi pericoli / nell'incanto del terrore/
di uno stupro di lame clandestine / alla ricerca della dose di tossico / che io gettai via all'ombra di una falsa bigiotetteria /
E mentre lo sportello chiudeva / una nuova serata agghindata / con rimmel e sandali estivi / babbucce e ballerine / scompariva ancora il sole / vomitato dalla centrale il cui nucleo / spento reattore di menzogne innamorate del mio ego / dominava l'incoscienza / perchè d'estate ci son più sogni da destare / e più testate da testare / su attempati petti di odiati amanti francesi / mentre il rito si perpetua / per l'onore della famiglia industriale: / quando si spengerà anche l'ultimo patriarca?

mercoledì 16 luglio 2008

Frequenze

Frequentavo più lezioni / in cerca di supporto / all'esistenza fantomatica / di quanto frequentassi persone / altrettanto consapevole che nè le une / nè le altre sarebbero state mai /

domenica 13 luglio 2008

Breve Preghiera

Signore / liberami dai condizionamenti e dai condizionatori / che provano a spezzarmi le ossa / ma nè il freddo dei pensieri nè tantomeno / l'assurda finzione di un clima temperato/ mi deformeranno a loro piacimento/ e resterò scontato e resterò sfrontato / e resterò antipatico d'altronde non è più facile / far la parte dello stronzo in questo mondo / consumato dagli sciacquoni dell'edonismo.

Voli incendiari

Come quelle di un dottore / le parole scritte dai poeti sono incomprensibili / isolate in piccoli rifugi antiatomici /le prescrizioni del divenire non sono a tutti accessibili / e dopo l'urto farai conti con una strage / di uomini in condizioni gravi e femmine / in condizioni assai più gravide / portale via e seppellisci il tuo sorriso / poi spiega al vento quelle ali che hai cresciuto comprendendole / bruciato da macchie solari di significati imperscrutabili / perchè anche Icaro ha conosciuto la soddisfazione di un bagno / dopo l'incendio del suo corpo in quell'ammasso nucleare / portati così a bere nella densità globulare / al costo di bruciare ogni lingua / con i tormenti del pensiero.

venerdì 11 luglio 2008

Gli interruttori dell'ebbrezza

E finchè il bianco del pulpito dei cadaveri/non stonerà sulle pupille dei padroni/non capirete mai il nonsenso di quest'uomo/ di un odore che non si lascia coinvolgere/ da nasi troppo esterrefatti.
Rinnegali, rinnega quei morti /lasciali sconvolgere sui bordi dell'affetto / e conducimi dove l'oste ha inflitto i conti più salati / ad avventori troppo stanchi per rendersi conto / della disonestà ammaliante dei detentori / di un potere giammai sconvolto da quelle dosi / di vomito, gomito a gomito con una sostanza sempre viva / che ebbra viaggia scomoda fra corpi / deturpati dalla impossibilità di esistere /
E con gli interrutori fra le dita / diremo a intermittenza arrivederci a questa vita.