venerdì 11 luglio 2008

Gli interruttori dell'ebbrezza

E finchè il bianco del pulpito dei cadaveri/non stonerà sulle pupille dei padroni/non capirete mai il nonsenso di quest'uomo/ di un odore che non si lascia coinvolgere/ da nasi troppo esterrefatti.
Rinnegali, rinnega quei morti /lasciali sconvolgere sui bordi dell'affetto / e conducimi dove l'oste ha inflitto i conti più salati / ad avventori troppo stanchi per rendersi conto / della disonestà ammaliante dei detentori / di un potere giammai sconvolto da quelle dosi / di vomito, gomito a gomito con una sostanza sempre viva / che ebbra viaggia scomoda fra corpi / deturpati dalla impossibilità di esistere /
E con gli interrutori fra le dita / diremo a intermittenza arrivederci a questa vita.

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