domenica 26 marzo 2023

La copertina perfetta

C'è questa copertina di un album di Bob Dylan

praticamente perfetta, in cui una donna

si appoggia al braccio di un uomo

per strada, fa freddo, ha nevicato ma oramai

tutto si sta sciogliendo

tranne 

le braccia della donna intorno al braccio 

di Bob Dylan

E io quando la guardo non so se vorrei essere più

Bob Dylan, la donna, o il braccio

di Bob Dylan

o quel furgoncino Wolkswagen che sullo sfondo

si gode la scena e coglie il momento esatto

in cui la donna, sorridente

si avvinghia all'uomo

 

Forse lo fa solo per il freddo

ma comunque l'effetto finale

è semplice ed emozionante

come la giacca leggera 

come la musica folk

come Robert Zimmerman

come la scena in cui senza preavviso

una donna per il freddo o forse per qualcosa 

che neanche lei ha ancora capito

camminando 

decide

di stringersi al braccio 

sinistro

(ma potrebbe andare bene anche il destro)

di Bob Dylan 

(ma potrebbe andare bene anche di qualcun altro) 

Fatto sta che a distanza di anni

ancora non ho capito perchè quell'abbraccio

(che poi non è esattamente un abbraccio, come lo chiamereste voi?)

a ruota libera

di una donna a un uomo, infreddoliti, 

sia così bello da guardare

(forse, alla fine, io sono solo l'occhio del fotografo,

invidioso del braccio

di Bob Dylan).



giovedì 16 marzo 2023

Due Calzini

 Non è vera

la storia dei calzini

scomparsi

A guardar bene

negli occhi

quello che credi

il sopravvissuto

dalla catastrofe del perdere

il compagno /

noterai l'illuminata

consapevolezza

del doppio risolto.


Non c'è sparizione

nell'abbandono

ma l'intensa esperienza

che l'altro

non è mai esistito.


E il proprietario

dei calzini

ha sempre avuto

un unico piede

l'altro giace feroce e solo

in te.

Presente

 Una poesia

così come

una foto,

un quadro,

l'ultimo film

del tuo regista preferito

e le canzoni

di Bill Callahan

non possono, anzi

non devono nulla

alla logica dei significati

 

Se vuoi,

scartale con pazienza 

come il migliore dei doni

eliminando strati

di carta da regalo,

involucri semantici,

scatole,

scatoline,

packaging,

scarta anche

l'opera: rompila

aprila, guarda dentro

elimina minuziosamente ogni strato

ogni velo

di significato

 

Ora fermo

 

Contempla

il presente

un vuoto istante

che riflette

su un vuoto niente

L'appartamento

 L'appartamento

che non era mio

mi ha visto nascere

crescere

ma mai essere 

la persona capace di affermare

"Questo è il mio appartamento!"

 

Abitavo, 

abito

e abiterò

decisioni altrui

senza scompormi

 

Non sarò mai abitante

nè avrò mai abitato

un appartamento mio

 

Dormo fra mura decise da altri

mi adatto

alle costruzioni

di chi non bada a spese

 

Custodisco l'anima 

di una abitazione

non mia

corpo disturbato

da un usurpatore

impossibile da sfrattare

colpevole

di non appartenere

Fiammiferi

 Scatole di fiammiferi

non ne possiedo

evidentemente basta una fiamma

alla volta

di un semplice accendino arancione

trasparente

che si consuma 

più a lungo, con calma.

L'accendino è la cosa

meno precaria

che io possieda

In tutto il resto

ogni cosa della mia vita

è una scatola di fiammiferi

accessi all'istante

in simultanea

dentro la stanza

piena di spifferi

in cui cresce

morendo

ogni fiamma

Pavimenti

 C'è questa briciola

a terra

non so da dove sia

caduta


c'è una foglia

sul pavimento

questa volta

so 

    da dove è

caduta


Non so cosa sia più estraneo

al pavimento del mio salone

se la briciola

la foglia

o la mia presenza


O forse è il pavimento

il vero estraneo

a me

       alla foglia

            e alla briciola.

La sigaretta

La sigaretta mi nausea

o forse è il tabacco

rollato

al suo interno.

Provo gusto solo nel vedere scomparire

l'illuminarsi della brace di erbe essiccate

pulsante come un cuore incandescente

Sprigiona fumo,

quel cuore,

poi lentamente si sbriciola

quel cuore / acceso e pulsante

semplicemente svanisce, si dissolve.


Come la favola

che ogni giorno al risveglio

ci raccontiamo /

il vivere si accende, 

brucia,

si fa cenere

e poi

semplicemente

svanisce in invisibili monadi

di polvere fredda

nell'attesa:

    di un'altra rollata

        di un fiammifero

            di una bocca

          in cui morire nuovamente

venerdì 3 marzo 2023

L'Unicorno

 Non dico di conoscerti

perchè è difficile

che io ti conosca

non so affatto

nulla di te,

non conosco, lo dico

il numero dei tuoi capelli

(seicentosessantamilioniottocentotrentadue

almeno fino alla notte in cui contandoli

mi addormentai)


Non conosco affatto

se hai degli occhi

nè se abbiano 

il colore

di chi guarda

curiosamente

ogni evento alle mie spalle


No, non conosco nulla di te

neanche se esisti

veramente

e infatti non possono esistere

le tue orecchie

sottili

piccole, forse morbide, da cui fai

pendere altri due occhi:

riflettono o forse

assorbono inesistenze.


Non so nulla delle cose che ami, che odi

mangiare

perchè mangia solo chi esiste

e tu, non conoscendoti io,

non esisti,

non ti nutri,

non fai sparire dalla tavola

- e infatti sono ancora lì nel piatto 

primi cremosi

carni succulente

dolci e cioccolata.


No, tutto questo

io non posso saperlo

perchè non ti conosco

Come non conosco

la musica che ascolti

perchè

le passioni 

di chi come te, non esiste,

sono al limite dell'esperienza

curiosa, di chi non esiste.


No, ribadiamo il concetto, se

fosse ancora poco chiaro

- tranne a me, sia messo agli atti -

che io

non ti conosco

altrimenti avrei già preso

la tua mano e saprei contare

le dita lunghe e sottili

-10 in tutto, credo- 

armonizzate da sangue di piccione


Ma la mia di mano,

invece,

vuota / si stringe per via

della strana consuetudine

oramai a tutti nota

di non conoscere

la persona

inesistente

di cui io non conosco 

neppure il nome,

o quelle 4

lettere sarebbero incise 

nella mia coscienza:

la prima, sinuosa a sussurrarmi

nei timpani la sua inesistenza

la terza, a ribadire il concetto di

bellezza bilanciata /

le altre due a evocare consonanze 

omofone, per lasciare

la bocca spalancata

come se

all'improvviso, la persona

- che assolutamente

NON ESISTE

esistesse.


E invece niente


l'inesistenza della persona

che non conosco

spunta lieta bussando

alle radici della mia memoria


come una risata fragorosa

e nella paura

del suo essere fuori luogo, 

apre l'abisso,

sgusciante via dall'oblio

per evocare

la realtà

della persona

mai esistitta

che / non esistendo

ha avuto il coraggio

   di esistere

    qui

        ed

            ora