sabato 27 settembre 2008

La femminilità introvabile delle figlie di Chernobyl

E aspettavo i panorami annusando benzina / da distributori abbandonati / come le vite di cani traditi da bastarde / in occhiali di vernice rosa / con occhi troppo gonfi per aver pianto inutilmente / Dalle crisi asmatiche vedevo solo luci alternate / e alternative visioni di quegli scorci geograficamente poco plausibili / destavano in me magnetici temporali su nubi magenta / Un cactus innocuo la mia pretesa sessualità / più pungente era il desiderio dormiente e imbambolato / e tu soffrivi e io ridevo / per quanto ridere fosse economicamente meno vantaggioso / il desiderio era il mio treno che all'incontrario andava sbuffando / verso oriente alla ricerca di nessuno / e a quei figli che non avremo potremo raccontare di esserci mossi / verso una terra non mantenuta / la nostra balena bianca / la femminilità introvabile delle figlie di Chernobyl.

mercoledì 24 settembre 2008

Il Rock'n'Roll della pena di morte

Vorrei poter credere che ogni amato stretto / nel braccio della morte sia solo apparentemente condannato / perchè la società si illuda così di svincolarsi dal male / e che ogni puntura contenga solo bromuro e cloroformio / e ogni uomo morto prenda a camminare verso l'isola / della detenzione consapevole / così che il boia sia in realtà apparenza / un grande fratello per l'umanità ipocrita / e su quell'isola ogni criminale continui a vivere come i fantasmi di Elvis / ballando il rock'n'roll della pena di morte / 

domenica 14 settembre 2008

Ho raccolto un fiore da una nuvola malata

Ho raccolto un fiore da una nuvola / ma era un fungo atomico di merda / un segno del destino cancerogeno di Chernobyl / una infanzia demolita da una rosa nucleare / primo petalo muore con la mia voglia di latte / voglia sopita dal terrore di mucche / da cui mungere sostanze fetide / parassiti e crittogamici per sopire emozioni di insalate / condite all'ombra di soli radiattivi / e questa è la nostra fertile gioventù / verderame sui tessuti e raggi ultravioletti / sulle nostre pelli tumefatte da lividi postmoderni / raggi uva e infrarossi a telecomandare / maledetti anni '80 grigi e freddi / tossici e rancorosi / duran duran ed emozioni cotonate / senza contare l'ossessione ridondante per un futuro che mai avevamo chiesto / eppure eccolo incorniciato da sostanze televisive / mentre il mondo fuori scompare / all'ombra delle ultime sole /mentre il sole pallido scompare / dietro l'ennesima nuvola nera malata

lunedì 8 settembre 2008

Le donne di Chernobyl

Le donne di Chernobyl hanno quello che non dicono / le donne nate sotto il segno di Chernobyl / e non dicono quello che hanno / non fanno quello che evitano di dire / reazione a un mancato allattamento e allergia da fungo nucleare / non evitano ciò che andranno a fare / mentre vanno verso ciò che non faranno / donne miste a terrori e a orride cotonature anni  80 / sperano ciò che non avranno / pur avendo sempre ciò che non avevano sperato / le donne di Chernobyl amano i fantasmi dell'odio / pur odiando amare i fantasmi e indifferenti / vagano come spore radioattive  fra i figli di una Madonna anziana e sporca / e i padri assenti della Maria fumando / respirando talvolta ma inconsapevolmente / fuggendo da un Dio padre onnipotente calato con falce e martello / a falcidiare infibulando / Maddalene a cavallo di un millennio traghettate / alla deriva in un inalterato senso di vuoto consumo.

mercoledì 3 settembre 2008

Mi avevi messo le mani sporche addosso

mi avevi messo le mani sporche / sulle pareti docili di gesso e cherosene / con cui avevo murato un edificio insolito / e ho ottenuto un effetto pirotecnico alla prostata / segnale scarso di scarsa buonafede cara donna / e mentre sfiammavo con una dose di birra volatile / ingerita a raggelarmi i denti / provo finalmente qualche sensazione alterna / ghiaccio alle gengive con cui ebbi morso il peggior rimorso / fino a staccarne l'appendice poi sputata nei mari già putrefatti / dell'assenza di fantasia e dell'incomprensione di quanto dita inabili / gettando bit e ascii / provano a voler far essere quanto potrebbe anche non apparire