sabato 27 settembre 2008

La femminilità introvabile delle figlie di Chernobyl

E aspettavo i panorami annusando benzina / da distributori abbandonati / come le vite di cani traditi da bastarde / in occhiali di vernice rosa / con occhi troppo gonfi per aver pianto inutilmente / Dalle crisi asmatiche vedevo solo luci alternate / e alternative visioni di quegli scorci geograficamente poco plausibili / destavano in me magnetici temporali su nubi magenta / Un cactus innocuo la mia pretesa sessualità / più pungente era il desiderio dormiente e imbambolato / e tu soffrivi e io ridevo / per quanto ridere fosse economicamente meno vantaggioso / il desiderio era il mio treno che all'incontrario andava sbuffando / verso oriente alla ricerca di nessuno / e a quei figli che non avremo potremo raccontare di esserci mossi / verso una terra non mantenuta / la nostra balena bianca / la femminilità introvabile delle figlie di Chernobyl.

1 commento:

PiX ha detto...

Carina questa!
Però stravince ancora "Breve Preghiera", credimi!!!

Aggiornalo ogni tanto, una capatina ce la faccio sempre...