giovedì 30 aprile 2009

Il tempo

il turbinio e il rotore della forza motrice la vita
interrotto dallo sparo 
e noi da vittime in quell'attimo cogliamo il primo grande bang
e mentre tutto si dissolve il tempo E'
ciò che intuivamo
l'assurdo fluire fra il qui e l'ora fra il mai e il sempre
costretto in un prisma, la nostra esistenza che nel corpo
la mente conduce a cogliere atti, presenze, azioni
che altro non sono
se non l'altro da me in me e il me nell'altro
a ricondurre ogni immagine a mio simbolo.
E in te il senso lo diamo io in quel fluire 
infinito
che senso alcuno non ha se non
il tastare l'inopportuno ardire
di un dito a farsi essere umano,
di un granello a ergersi a padrone
mentre la volontà sorride sghemba attraversando universi
di quella assurda tentazione di ergersi
da primate a monolite
libero interprete di congiunzioni astrali l'uomo
vietandosi all'umile gioco delle parti
assume solo una postura illuminata da un dio, da un sole da un pianeta
che solo e sconfitto non gli resta altro
di divorarsi, lui vittima e canefice, padre e figlio
crono e sua stirpe
cannibalizzandosi muore afflitto.
Unica risurrezione è
nel deserto apparire, fuggendo maiali spogli di vita
evocando assenti leggi
solo