C' era una ragazza o forse una donna sicuramente una femmina Fatta di pece liquida e nera come il disastro, il mistero, come la parte più vera dell'amore, quel nero appiccicoso che scivolava via da tutti, un vero nomade
Era bella come ogni enigma, un buco nero di più: la fica di Pandora, un vortice smisurato un labirinto viscoso pieno di sangue con al centro il suo minotauro.
Ho preso il toro fra le corna, la pece oscura si è dissolta lasciando solo il pallido livore di una luna sottile.
All' improvviso avrei fatto tutto per quella ragazzina oscura e lunare, pece e latte, Yin e Yang
Sarei stato: lupo, cacciatore, bambina con delle ciambelle, Sarei stato mille e una notte, Decameron, tutte le storie dell' umanità pur di accedere alla fonte del mistero
Un giorno la berrò, attingerò dal suo pozzo la vita ma quel giorno sarà un sogno l' ultimo sogno, sarà un ragno che osserverà soddisfatto la tela nera di pece ad avvolgere la luna come il manto che abbraccia e scalda il nulla. E allora il lupo lancerà l' ululato del RAGNAROK, le prenderò la mano e luna, pece, lupo e coyote, senza più forme solo luminose coscienze in calore, si fonderanno mentre il mondo crolla e scompare nella furia dei loro orgasmi sinceri, tremendi, violenti fradici, come un fracasso di Valchirie che annientano la vita al suono di Wagner.
Forse il mio è un ritardo senza orario e domani sarà un giorno senza lunedì un assoluto senza tempo ossessionato dal morbo del groove tum tass tutum tum tass nello spazio liquido vortica una voce carezza d'acqua nel deserto impianto cocleare per emozioni sorde fascino piano forte ottave ascendenti vigilia ed epifania che non ammette resurrezioni piramidi in movimento elettroniche squisite demoni in risalita danzano feroci l'idillio dio mio dio mio perchè mi hai ritrovato lasciami immerso nel saliscendi purgatori di misericordie affinità sapienza di anime blu aritmie volubili amare attese partorite dal nulla tutto quello che avrei mai desiderato è qui in un me senza bisogni altrove folle di una danza orgasmo di mille nuvole vapore carta da tè senso senza fine.
Non so se avete presente un Darh Vader impazzito attendere la morte o chissà cosa attendevi in quel letto di non vita polmone va polmone viene latravi, pallida imitazione del mastino infernale che ti stava inseguendo
I miei occhi vergini di corpi in via di trapasso fotografano attimo per attimo polmone che va polmone che viene mentre l'aria scarseggia così come la vita in via d'estinzione
L'aria ha intelligenza fugge via dai corpi moribondi come un amante scoperto a tradire come i passeggeri alla deriva polmone che va in prescrizione polmone che viene abbandonato al suo disfarsi
L'aria è furba, e immorale si perde come vomito, esplode via ogni speranza di cura, antitesi del vaso di pandora lascia a marcire tutti i mali nelle membra prossime alla fine L'aria non resta a guardare, non si porta via gli occhi, lastre di sali argentini impressionati a vita dalla bestia nuova che ha preso il posto della bestia antica.
Non c'è amnesia che deterga la mia anima dalla camera oscura di un ospedale Non c'è format c: atto a sopprimere il dato certo della morte che aggredisce chi dalla non vita mi ha strappato eiaculando nel ventre di mia madre.
fa scordare i pentolini sul gas e l'acqua evapora e tu resti come un coglione a fissare il te che non c'è
fa scordare le moka insofferenti fa brillare di caffè sporco i fornelli
fa scordare gli amici le partite fa scordare la forma vuota di fianco al letto
fa scordare i pranzi e le cene le vittime e i carnefici i centri commerciali (che ci stanno sempre bene in una critica sociale) fa scordare chi sei da dove vieni ma soprattutto perchè
ti fa scordare come una chitarra folk in mano a un neocatecumenale fa dimenticare te stesso com'eri e come dovresti essere fa scordare tuo padre o forse quello non ancora fa scordare tua madre e quella è una benedizione
per tutto quello che fa in conclusione l'amore è semplicemente un principio di Alzheimer.
Mi piaceva cucinarti non tecnicamente cucinare te, la tua pelle sentirla sfrigolare in un filo d'olio
quello che intendo è che mi piaceva cucinare per il tuo stomaco loquace per la tua bocca per ingrandire le tue feci per farti espellere altro che non fosse me dalla tua vita
quello che intendevo è che con maestria davo sapore alle nostre giornate perchè mi piaceva cucinare per te che volevi tutto al punto giusto cucinare per te amatriciane violente primi succubi di condimenti sughi pronti mai piuttosto insalate con pinoli e feta innumerevoli variazioni di classici mi piaceva cucinare per te pollo tandoori succose carni strappare la vita agli elementi trarre gusto da quei frutti inconsapevoli della terra al forno patate e carote tagliare con maestria e lame affilate sottili listelle di guanciale guancia a guancia mantecare l'amore che mi piaceva cucinare
finchè il piatto da lavare non è rimasto solo abbandonato fra gli avanzi freddi ché non ho più aperto il frigo ché te ne sei andata e per fortuna ho imparato a smettere di cucinare
ora ho il portafoglio pieno di scrupoli, quali scontrini non c'è più spesa da fare non c'è più da cucinare e soprattutto risparmio sul gas